La nostra storia:
gli anni Settanta

Dalla recessione alla ripartenza

Dopo il boom,
la recessione

La crisi economica del 1973, passata alla storia come crisi energetica, e il passaggio dalle proteste pacifiche del 1968 all’ondata di estremismo violento e alla nascita di numerose cellule terroristiche, resero gli anni Settanta un periodo molto complesso. Un periodo non a caso ricordato con la lugubre definizione di “anni di piombo”.
Con l'aumento del prezzo del petrolio ci fu un'inflazione galoppante e una crisi economica che ben presto assunse i connotati di una crisi sociale. Gli anni del miracolo economico lasciarono il posto a quelli dell’austerity.
Le crescenti difficoltà economiche di buona parte della popolazione accentuarono la migrazione verso le grandi città. La necessità di integrare il budget familiare spinse sempre più donne a cercare lavoro e a sganciarsi dal ruolo tradizionale ricoperto fino a quel momento. E tutto questo ebbe inevitabilmente delle ripercussioni anche sulle abitudini alimentari.
Prese piede una cucina meno conformista e crebbe la curiosità verso le novità da portare in tavola. Nei confronti degli alimenti surgelati andò gradualmente scemando il pregiudizio e se ne cominciarono ad apprezzare la qualità e, soprattutto, la convenienza, non solo economica. A favorire le vendite e i consumi contribuì, tra l’altro, la diffusione dei supermercati su tutto il territorio nazionale.

12 dicembre 1973, prima domenica dell’austerity. Ragazzi in monopattino in piazza del Duomo a Milano. ©Mondadori Portfolio/Giorgio Lotti.

All’inizio del decennio iniziarono a vedersi anche i primi ipermercati e i primi centri commerciali: una comodità per milioni di italiani, messi nella condizione di fare provviste per più giorni e di scoprire prodotti mai visti.
Il 13 ottobre 1970, poi, fu emanato un provvedimento che autorizzava tutti gli esercizi commerciali con vendita al pubblico di prodotti agricoli e alimentari a includere anche i prodotti surgelati, purché dotati di appositi banchi frigo. Il compito di regolamentare la vendita dei surgelati veniva così trasferito dai comuni allo Stato.
In questo scenario Findus fu interessata da rilevanti cambiamenti societari e organizzativi.

Annuncio pubblicitario su stampa, Bastoncini, 1972.

 

 

L'unione fa la forza

Il nuovo decennio si aprì con la formalizzazione di una decisione strategica che era già stata assunta alla fine degli anni Sessanta: il gruppo Nestlé decise di cedere il marchio Findus in Italia, e con esso anche lo stabilimento di Cisterna di Latina, al colosso anglo-olandese dei beni di largo consumo Unilever.
Questa scelta fu il frutto di una valutazione ben più ampia del business, che dai surgelati si estendeva ai gelati.
Le prospettive di crescita del mercato dei gelati non avevano lasciato indifferente Nestlé e Unilever. Presidiare sia il mercato dei gelati che quello dei surgelati dava la possibilità di sfruttare enormi sinergie, sul fronte della tecnologia, del know-how, delle attività di marketing e, in particolare modo, della logistica e della distribuzione.

Nestlé e Unilever decisero di riunire i rispettivi business del gelato e surgelato, attraverso la fusione per incorporazione delle proprie controllate in Italia, Austria e Germania. Unilever assumeva il controllo di tutte le società grazie a una quota del 75% del capitale sociale, mentre in capo a Nestlé rimaneva il 25%.
L’obiettivo era rafforzare la posizione competitiva in entrambe le aree di business nei tre Paesi interessati. A tal fine, si scelse di portare avanti i marchi più forti nei diversi contesti. Con riferimento al mercato dei surgelati, in Italia si puntò con decisione sul marchio Findus. Da quel momento, l’Italia fu l’unico Paese in cui il marchio Findus aveva una proprietà diversa. Anche lo stabilimento di Cisterna di Latina passò sotto il controllo di Unilever.

Una nuova partenza, con i valori di sempre

Iniziava una nuova era, con una nuova proprietà, un nuovo management e un progetto di sviluppo ancora più ambizioso. La sede amministrativa si spostò da Milano a Roma e lo stabilimento di Cisterna di Latina fu ampliato in modo da incrementarne la capacità produttiva.
La forte autonomia decisionale e il clima familiare creatosi all’interno dello stabilimento di Cisterna di Latina fin dalla sua nascita rimasero immutati. La fusione con Unilever fu accolta positivamente e si registrò un rafforzamento della cultura e dei valori propri dell’azienda, caldeggiato fortemente da parte dei manager appena subentrati.
Il programma di ricerca svolto dagli agronomi esperti nei campi come nella cucina sperimentale fu alla base del miglioramento dei processi e allo sviluppo di nuovi prodotti, e si concretizzò in un’attività sinergica condotta insieme ad agricoltori, ditte sementiere, università e centri di ricerca. L'altro fulcro essenziale era la cucina sperimentale interna allo stabilimento. Proprio a inizio anni Settanta Findus ottenne nuove commesse per fornire importanti mense aziendali, tra cui quelle di Unilever e Fiat. Novità che diede un forte impulso all'evoluzione del reparto precucinati e alla creazione di nuovi prodotti. L’unicità di questa offerta era rappresentata dall'assoluta artigianalità dell'intero processo.

Veduta aerea dell’impianto di Cisterna di Latina, anni Ottanta. In basso a sinistra, il campo di calcio realizzato negli anni Settanta.

 

Annuncio pubblicitario su stampa, Findy, 1978.

I prodotti Findus conquistano il piccolo schermo

Gli anni Settanta segnarono una svolta nella modalità di comunicare e promuovere i prodotti. Findus entrò a testa alta nel mitico Carosello Rai, il contenitore di réclame televisiva per antonomasia. I primissimi spot Findus, andati in onda nel 1973, furono i Monologhi surreali, gag che avevano come protagonista Felice Andreasi, testimonial dei Pisellini Primavera il cui messaggio era chiaro e immediato: alla difficoltà di acquistare telefonicamente i biglietti per un viaggio si contrapponeva la semplicità di preparazione di un buon contorno a base di piselli.

L'anno dopo fu la volta della saga di Capitan Finn, il ragazzino biondo che con i suoi amici pirati andava matto per i mitici Bastoncini di pesce. Ma a conquistare definitivamente il pubblico fu, nel 1975, Max, protagonista della fortunata serie Comiche d’altri tempi. Nei panni di un operaio, Max causava numerosi disastri per la ripetitività con la quale continuava a svolgere le stesse azioni in maniera meccanica anche dopo che il lavoro era finito. Lo sketch promuoveva i Sofficini come il nuovo secondo che “liberava gli italiani dall’abitudine in tavola”. 
Nel 1977 Carosello chiuse i battenti e ci fu la nascita di réclame più brevi e immediate, centrate sul prodotto.
Il nuovo format ispirò campagne particolarmente fortunate come quella che, nel 1978, presentò il gelato Findy con un personaggio cartoon d'eccezione: la Pantera Rosa.

Benvenuti Sofficini!

Sofficini, Doratini, Goloselle, Cremamerenda e Findy: i surgelati sono sempre più sfiziosi

Gli anni Settanta verranno ricordati, in assoluto, per il lancio dei Sofficini, un prodotto "precucinato di nuova formula", che si proponeva di rivoluzionare le abitudini alimentari delle famiglie italiane.

Fu l'inizio di una lunga e continua sperimentazione che interessò anche la linea della carne, con prodotti come i Doratini di manzo, e del pesce, con prodotti ricettati come le Goloselle di pesce.

Fu ulteriormente arricchita la linea dedicata alla frutta, con l’introduzione di nuove spremute naturali al limone e al pompelmo, ideali anche come ingrediente base per la preparazione di cocktail freschi. Anche la linea dessert fu interessata da rilevanti novità, con il lancio di prodotti assolutamente innovativi come la mousse Cremamerenda o il gelato Findy.