Tutte le stagioni delle verdure del Minestrone Tradizione Findus
Il calendario di madre natura mostra quali sono i mesi migliori per seminare e raccogliere le verdure che porti in tavola e trovi nel Minestrone Tradizione Findus. Eccone alcuni:
Carote. Sono ricchissime di vitamine A e C, nutrienti che fanno bene alla vista e alla pelle. Nelle zone del Fucino, in Abruzzo, dove coltiviamo molte delle nostre carote, il periodo migliore per la semina è intorno a marzo, mentre quello più adatto per la raccolta è in genere settembre. In base alla varietà però, puoi trovare carote anche nei mesi invernali (per le precoci).
Zucca. È una delle verdure più golose, grazie alla sua inconfondibile dolcezza, che portiamo in tavola soprattutto in occasione dei primi freddi in ricette come minestroni e vellutate. La stagione migliore per coltivare la zucca è la primavera, tra i mesi di aprile e maggio, mentre quello più adatto per la raccolta è tra settembre e ottobre, a seconda del clima.
Patata del Fucino IGP. Apprezzata in tutto il mondo per il suo gusto intenso, nasce sull’altipiano del Fucino. Perché è così speciale? Merito del terreno, le cui caratteristiche influiscono non solo sul sapore, ma anche su colore e consistenza. Il periodo della semina è tra aprile e maggio, mentre quello della raccolta è in genere tra settembre e ottobre.
Pomodori. Nonostante le tante varietà di pomodoro disponibili in Italia abbiano calendari diversi, in genere la semina e la raccolta avvengono tra fine primavera e l’estate, quando la temperatura è più calda. Il mese in genere più adatto per la sua semina è maggio, mentre quello per la raccolta va da luglio ad agosto, in base al clima e allo stato di maturazione della pianta.
Zucchine. Ami le zucchine? Come per il pomodoro, anche questo ortaggio richiede un periodo dell’anno non troppo freddo per la semina e la raccolta. La semina avviene in genere intorno ai mesi di aprile e maggio, mentre la raccolta viene programmata in base al clima e alla regione tra i mesi di luglio e agosto.
Sedano. Come pomodori e zucchine, anche il sedano vede la fase di semina in primavera, quando il clima non è ancora troppo caldo. Il momento migliore è infatti tra aprile e maggio, mentre quello più adatto per la raccolta, in base alla varietà, avviene di solito tra i mesi di ottobre e di novembre.
Porro. Usato soprattutto per minestroni e vellutate, è uno degli ingredienti che, in base alle diverse tipologie, ha differenti periodi di coltivazione. Le varietà più estive si seminano intorno a dicembre e gennaio, con una raccolta che avviene intorno a giugno, mentre quelle autunnali si seminano tra febbraio e marzo e si raccolgono tra ottobre e novembre. Infine, le varietà invernali si seminano tra la primavera e l’estate e si raccolgono a partire da novembre.
Basilico genovese DOP. A differenza delle tipologie più comuni, il basilico genovese DOP è una varietà coltivata nelle zone del capoluogo ligure ed è riconoscibile per le sue foglie di dimensione più piccola, oltre che per il suo color verde tenue. A pieno campo, questo vegetale viene seminato in primavera, con una raccolta che avviene da giugno a settembre.
Piselli. Sono legumi che, per crescere, ha bisogno di un clima non troppo freddo. Con un ciclo di coltivazione piuttosto breve rispetto alle altre verdure, il periodo migliore per la semina è solitamente nel mese di febbraio, mentre la raccolta avviene in primavera, generalmente a partire da aprile.
La stagionalità delle verdure per un'agricoltura sostenibile
Per quale motivo è meglio scegliere le verdure di stagione? E perché è così importante per l’agricoltura sostenibile? Un sapore e un colore migliore dell’ortaggio sono solo alcuni dei vantaggi. La scelta delle verdure da portare in tavola sulla base della stagionalità è un comportamento che racconta non solo di un’attenzione al benessere e all’alimentazione, ma anche di una responsabilità nei confronti della natura e del nostro pianeta. Importare dai paesi più lontani verdura “fuori stagione” (come per esempio i pomodori in inverno) ha un impatto non solo sul prezzo finale dei prodotti (che può crescere a causa delle spese di trasporto), ma anche un effettivo aumento di emissioni di CO2. È stato per esempio stimato che consumare pomodori importati produce, con il trasporto da un paese lontano al nostro, circa il 25% di CO2 in più per persona [1], che si vanno ad aggiungere ai 1.800 kg di CO2 prodotti per persona ogni anno per tutte le necessità alimentari [2].
Ma optare per prodotti stagionali porta con sé anche una scelta legata alla sicurezza. Perché spesso, per conservare ed evitare il deperimento di prodotti “fuori stagione”, si ricorre a pesticidi e trattamenti chimici, che vanno ad alterare qualità e proprietà di frutta e verdura.
Per quale motivo allora è consigliabile seguire la stagionalità delle verdure? Perché, seguendo il calendario di madre natura, abbiamo a disposizione una maggiore varietà di alimenti tra cui scegliere in cucina, che assicurano tra l’altro il massimo del loro sapore e del loro valore nutritivo, perché le piante che seguono il normale ciclo di vita presentano una quantità maggiore di principi attivi e apportano le giuste calorie in relazione al periodo dell’anno. Un esempio? Le carote: ricche di vitamina C e disponibili a partire da settembre, sono molto utili per aumentare le difese immunitarie nelle stagioni più fredde.
Le 3 cose da sapere sulla stagionalità delle verdure e l'agricoltura sostenibile
- Ogni verdura, così come ogni frutto, ha un preciso momento di semina e raccolta che varia in base alla posizione geografica e al clima.
- Scegliere di mangiare la verdura coltivata in pieno campo a seconda della sua stagionalità consente di dare all’organismo i nutrienti necessari in base al periodo dell’anno, come la vitamina C di carote e arance per il periodo invernale.
- Dal trasporto all’uso dei pesticidi utili per evitare il deterioramento della verdura: per ogni prodotto consumato “fuori stagione” c’è un incremento di CO2 che impatta sulla natura e sull’equilibrio del nostro pianeta.