A ogni stagione la sua verdura: il valore della stagionalità delle verdure del Minestrone Tradizione

“ Sedano in autunno, piselli in primavera, pomodori in estate: riconoscere la stagione giusta di ogni verdura è il primo passo per portare in tavola ingredienti con gran parte delle loro proprietà nutritive. ”

Ti piace mangiare carote tutto l’anno? Cucini pomodori anche a dicembre? E per te le zucchine sono buone anche in inverno? Quando scegli gli alimenti da portare in tavola, prova a seguire la stagionalità delle verdure, fai del bene alla terra, a te e anche alle generazioni future. Perché si sa, ogni ortaggio ha la sua stagione. E consumarla seguendo il calendario di madre natura significa non solo rispettarla, ma anche decidere di portare in tavola un prodotto più buono, più saporito e più sano. Perché dal punto di vista nutrizionale, rispettare la stagionalità delle verdure, vuol dire anche scegliere gli ingredienti nel momento in cui sono più ricchi di vitamine e sali minerali. È uno dei principi cardine dell’agricoltura sostenibile, che guida la coltivazione non solo di buona parte delle verdure Findus, ma anche di tutti gli ingredienti del Minestrone Tradizione, con la conseguente riduzione di emissioni di CO2. Dalla semina alla raccolta, i nostri agronomi rispettano la stagionalità delle verdure individuando i periodi migliori per ogni vegetale (che però, può variare di poche settimane di anno in anno, sulla base di clima e maturazione della pianta). Vuoi conoscere allora quali sono i momenti migliori in cui si seminano e raccolgono alcune delle verdure che portiamo in tavola più spesso? Scopri con noi quando ci conviene sceglierle per garantire a noi e alla nostra famiglia un’alimentazione più consapevole, nel rispetto dell’ambiente.

Tutte le stagioni delle verdure del Minestrone Tradizione Findus

Il calendario di madre natura mostra quali sono i mesi migliori per seminare e raccogliere le verdure che porti in tavola e trovi nel Minestrone Tradizione Findus. Eccone alcuni:

Carote. Sono ricchissime di vitamine A e C, nutrienti che fanno bene alla vista e alla pelle. Nelle zone del Fucino, in Abruzzo, dove coltiviamo molte delle nostre carote, il periodo migliore per la semina è intorno a marzo, mentre quello più adatto per la raccolta è in genere settembre. In base alla varietà però, puoi trovare carote anche nei mesi invernali (per le precoci).

Zucca. È una delle verdure più golose, grazie alla sua inconfondibile dolcezza, che portiamo in tavola soprattutto in occasione dei primi freddi in ricette come minestroni e vellutate. La stagione migliore per coltivare la zucca è la primavera, tra i mesi di aprile e maggio, mentre quello più adatto per la raccolta è tra settembre e ottobre, a seconda del clima.

Patata del Fucino IGP. Apprezzata in tutto il mondo per il suo gusto intenso, nasce sull’altipiano del Fucino. Perché è così speciale? Merito del terreno, le cui caratteristiche influiscono non solo sul sapore, ma anche su colore e consistenza. Il periodo della semina è tra aprile e maggio, mentre quello della raccolta è in genere tra settembre e ottobre.

Pomodori. Nonostante le tante varietà di pomodoro disponibili in Italia abbiano calendari diversi, in genere la semina e la raccolta avvengono tra fine primavera e l’estate, quando la temperatura è più calda. Il mese in genere più adatto per la sua semina è maggio, mentre quello per la raccolta va da luglio ad agosto, in base al clima e allo stato di maturazione della pianta.

Zucchine. Ami le zucchine? Come per il pomodoro, anche questo ortaggio richiede un periodo dell’anno non troppo freddo per la semina e la raccolta. La semina avviene in genere intorno ai mesi di aprile e maggio, mentre la raccolta viene programmata in base al clima e alla regione tra i mesi di luglio e agosto.

Sedano. Come pomodori e zucchine, anche il sedano vede la fase di semina in primavera, quando il clima non è ancora troppo caldo. Il momento migliore è infatti tra aprile e maggio, mentre quello più adatto per la raccolta, in base alla varietà, avviene di solito tra i mesi di ottobre e di novembre.

Porro. Usato soprattutto per minestroni e vellutate, è uno degli ingredienti che, in base alle diverse tipologie, ha differenti periodi di coltivazione. Le varietà più estive si seminano intorno a dicembre e gennaio, con una raccolta che avviene intorno a giugno, mentre quelle autunnali si seminano tra febbraio e marzo e si raccolgono tra ottobre e novembre. Infine, le varietà invernali si seminano tra la primavera e l’estate e si raccolgono a partire da novembre.

Basilico genovese DOP. A differenza delle tipologie più comuni, il basilico genovese DOP è una varietà coltivata nelle zone del capoluogo ligure ed è riconoscibile per le sue foglie di dimensione più piccola, oltre che per il suo color verde tenue. A pieno campo, questo vegetale viene seminato in primavera, con una raccolta che avviene da giugno a settembre.

Piselli. Sono legumi che, per crescere, ha bisogno di un clima non troppo freddo. Con un ciclo di coltivazione piuttosto breve rispetto alle altre verdure, il periodo migliore per la semina è solitamente nel mese di febbraio, mentre la raccolta avviene in primavera, generalmente a partire da aprile.

Ricche di vitamina C, le carote sono tra le verdure di stagione più adatte per affrontare i primi freddi autunnali.

La stagionalità delle verdure per un'agricoltura sostenibile

Per quale motivo è meglio scegliere le verdure di stagione? E perché è così importante per l’agricoltura sostenibile? Un sapore e un colore migliore dell’ortaggio sono solo alcuni dei vantaggi. La scelta delle verdure da portare in tavola sulla base della stagionalità è un comportamento che racconta non solo di un’attenzione al benessere e all’alimentazione, ma anche di una responsabilità nei confronti della natura e del nostro pianeta. Importare dai paesi più lontani verdura “fuori stagione” (come per esempio i pomodori in inverno) ha un impatto non solo sul prezzo finale dei prodotti (che può crescere a causa delle spese di trasporto), ma anche un effettivo aumento di emissioni di CO2. È stato per esempio stimato che consumare pomodori importati produce, con il trasporto da un paese lontano al nostro, circa il 25% di CO2 in più per persona [1], che si vanno ad aggiungere ai 1.800 kg di CO2 prodotti per persona ogni anno per tutte le necessità alimentari [2].

Ma optare per prodotti stagionali porta con sé anche una scelta legata alla sicurezza. Perché spesso, per conservare ed evitare il deperimento di prodotti “fuori stagione”, si ricorre a pesticidi e trattamenti chimici, che vanno ad alterare qualità e proprietà di frutta e verdura.

Per quale motivo allora è consigliabile seguire la stagionalità delle verdure? Perché, seguendo il calendario di madre natura, abbiamo a disposizione una maggiore varietà di alimenti tra cui scegliere in cucina, che assicurano tra l’altro il massimo del loro sapore e del loro valore nutritivo, perché le piante che seguono il normale ciclo di vita presentano una quantità maggiore di principi attivi e apportano le giuste calorie in relazione al periodo dell’anno. Un esempio? Le carote: ricche di vitamina C e disponibili a partire da settembre, sono molto utili per aumentare le difese immunitarie nelle stagioni più fredde.

Le 3 cose da sapere sulla stagionalità delle verdure e l'agricoltura sostenibile

  1.  Ogni verdura, così come ogni frutto, ha un preciso momento di semina e raccolta che varia in base alla posizione geografica e al clima.
  2.  Scegliere di mangiare la verdura coltivata in pieno campo a seconda della sua stagionalità consente di dare all’organismo i nutrienti necessari in base al periodo dell’anno, come la vitamina C di carote e arance per il periodo invernale.
  3.  Dal trasporto all’uso dei pesticidi utili per evitare il deterioramento della verdura: per ogni prodotto consumato “fuori stagione” c’è un incremento di CO2 che impatta sulla natura e sull’equilibrio del nostro pianeta.

Contenuti redatti in collaborazione con Network Comunicazione

[1] J1) Lang, Tim, David Barling, and Martin Caraher. 2009. Food Policy: integrating health, environment and society. Oxford: Oxford University Press
[2]Elaborazione qualitativa su dati Enviroinmental Working Group (USA)

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